Dark Mode Off / On

Manco da un pò, lo so, ma che casino questo periodo!

Casino nella mia testa più che altro.

Sto cercando di ricomporre il puzzle, ma non è facile.

Non è mai facile.

Mi sono guardata molto attorno in questi mesi.

I blogger di viaggi, di food, di lifestyle, di moda e chi più ne ha più ne metta.

E no, la situazione generale non mi piace.

Tutti alla ricerca del soldo facile -“Io ti pago, tu scrivi un post.” – e quindi mi chiedo: quanto di ciò che leggiamo è reale? Quanti consigli di viaggio sono veritieri? Quante esperienze sono raccontate perché meritano davvero?

Quasi nulla.

Risultato?

Nel 90% dei casi non credo a quello che leggo.

Quel tipo di storytelling (se così possiamo chiamarlo) non funziona su di me.

Non mi arriva.

Non mi arriva in nessun modo.

“E chi se ne frega!” direte voi giustamente.

E in effetti non importa che non arrivi proprio a me.

Importa che a non arrivare sia il territorio.

Chi ne risente, infatti, è solo lui, perché per promuoverlo ci deve essere una forte motivazione (non basta essere pagati per farlo).

Bisogna sentirlo veramente.

E soprattutto un territorio non può valere l’altro.

Un giorno sono qui, il giorno sono dall’altro capo del mondo? Racconto indistintamente quello che accade e quello che vivo? Potrei raccontare di Sidney come di Berlino come di Londra esattamente allo stesso modo? Stesse foto, stesso mood, stesso tutto?

No, non va bene.

No, non mi piace.

No, non ne voglio fare parte.

E così , a pochi mesi dall’apertura del blog, ho pensato di smettere.

La paura di essere accomunata a tutto questo era tanta.

Non volevo essere fraintesa.

Non volevo continuare per essere mediocre come la maggior parte di quello che c’è in giro.

Ma poi ho pensato che non si molla.

E ancor di più che non si molla così.

Non voglio essere mediocre? E allora non lo sarò!

Preferisco scrivere un unico post a settimana anziché i canonici tre o quattro, perché se scrivo non scrivo a caso, quello di cui scrivo lo sento davvero.

Preferisco la qualità alla quantità, anche se questo vuol dire avere meno visualizzazioni e far crescere il blog più lentamente (avete idea di quanto lavoro e studio ci siano dietro ad un post scritto bene, che dia le giuste informazioni e non vi racconti stupidaggini?).

Se vi consiglio un’escursione, un itinerario, un luogo è perché a me ha lasciato qualcosa e spero possa lasciarlo anche a voi.

Se vengo pagata per partecipare a un blog tour, un educational o quel che sia, non ne parlerò per forza bene solo perché ho ricevuto del denaro.

Si è pagati per partecipare e per dedicare il proprio tempo a quel progetto, ma l’emozione che si prova – se si prova – beh quella non la si può comprare.

Se collaboro con un brand è perché ha una storia dietro che vale la pena di raccontare, perché sposa una filosofia affine alla mia, perché il prodotto è veramente valido o utile.

Non accetto tutto ciò che mi propongono (si, si può dire di no, sappiatelo).

Se mi propongono viaggi di gruppo insieme ad altri blogger valuto bene la compagnia.

E no, non si stratta di essere snob, ma si tratta di avere un’etica, una morale e di non voler essere accomunata a persone verso le quali, dal punto di vista lavorativo, non si nutre né stima né altro.

E tutto ciò va solo a mio discapito ovviamente: si guadagna meno, il blog cresce con lentezza, alcuni progetti vanno rifiutati per forza di cose, ecc. ecc…

Ma ho voluto continuare.

Ho voluto continuare perché credo di poter far bene ciò che mi ero prefissata di fare.

Non mi basta viaggiare a destra e a manca, io voglio scoprire.

E voglio farlo con lentezza e partendo da casa mia.

I luoghi per me hanno un’anima ed è quella che voglio che esca quando si legge un mio post.

Non per niente ho scelto di raccontare della mia terra, dei miei tramonti, del mio mare.

Per me un posto non vale un altro e non mi interessa essere pagata per girare il mondo e raccontarvi forzatamente di posti dei quali non me ne frega un cavolo!

Se mi vedrete all’estero sarà perché ho scelto quel posto, perché lo desideravo da tanto, perché magari da anni fantasticavo su tutti i possibili itinerari prendendo quante più informazioni possibili, perché per me quel posto significa qualcosa, qualcosa di profondo.

Perché se così non fosse, cosa diavolo potrei mai trasmettervi partendo già nascosta dietro lo schermo di un computer?

Altrimenti, per la maggior parte del tempo, mi vedrete in giro per la mia Campania, pronta a raccontarvi le meraviglie che ho la fortuna di vivere tutti i giorni da quando sono nata.

Oppure in giro per il Sud, che sin da piccolissima mi ha rubato il cuore.

Oppure a spasso per il resto della penisola italiana, che non smette mai di affascinarmi e alla quale sono da sempre affezionata.

In un mondo sempre più finto – soprattutto online – ho deciso di rimanere reale.

Ho deciso di rimanere fedele a me stessa.

Quindi perdonatemi se non scrivo abbastanza.

Perdonatemi se non visito 10 paesi in un mese.

Perdonatemi se ogni sera non sono ad un evento diverso.

Non possiedo un bel carattere, alcuni vi direbbero tranquillamente che sono terribile, ma almeno voglio essere onesta e fiera del mio percorso.

A quanto pare non sono fatta per viaggiare, ma per vivere.

Vivere, meravigliarmi e raccontare.

Si ricomincia!!

20 Commenti

    1. Grazie a te Simona, davvero di cuore!
      Averti qui non sai quanto vale per me (ti leggo da sempre e il modo in cui lavori per me è un grandissimo esempio).
      A presto <3 !

  1. Essere autentici non è per niente semplice, si è costretti a scegliere ormai tra le proprie convinzioni e quello che vorrebbero che tu fossi, quello che dovrebbe rispecchiare solo gli altri e non sé stessi.
    Perciò, brava Mela e grazie per essere te! Noi ti seguiremo sempre!

  2. Ciao Melissa,

    tendenzialmente sono d’accordo con te: il mondo del blogging (o almeno quello del blogging di viaggio, che è quello che conosco) gira davvero troppo veloce e a volte si inciampa in cose non troppo etiche e fuori da ogni emozione. Credo che l’errore capiti a tutti prima o poi, ma se chi persevera nell’errore non piace neanche a me.

    Quello che non vedo nel tuo post, però, è un’apertura nei confronti dei blog che, invece, lavorano bene. Perché ce ne sono e lo sai anche tu, altrimenti non riusciresti a rimanere in questo mondo. Vorrei poterti convincere del fatto che ci sono persone che “sentono” davvero tutti i luoghi in cui si trovano, che siano Sydney, Berlino, Londra o la sagra di paese a 2km da casa. Ci sono persone che sono entusiaste di ogni angolo di mondo in cui mettono piede, di qualsiasi esperienza capiti loro (sponsorizzata o meno) e ne parleranno quasi sempre bene perché per loro anche solo il fatto di aver provato un posto o un’esperienza nuova vale parole positive. Non è vero che chi scrive post sponsorizzati lo scriva solo per soldi, e che si senta in dovere di parlarne bene. D’altronde questo è un lavoro (per alcuni lo è, per alcuni magari sta iniziando a esserlo) e bisogna essere pagati…ma come dici te giustamente, le emozioni non si comprano…e c’è chi davvero prova sempre e solo belle emozioni in viaggio!

    Ti parlo di me: sono stata in diversi Paesi del mondo, racconto sul blog di quelli che conosco, cerco di dare informazioni accurate e di trasmettere quello che quel post ha trasmesso a me. Scrivo post sponsorizzati e ho accettato tantissime volte di provare un’attività gratuitamente in cambio di un post. Le attività che ho provato mi sono SEMPRE piaciute: un po’ per fortuna magari, un po’ perché (sono felice di poterlo dire) provo sempre un gran entusiasmo per le cose che faccio; talmente grande che le cose finiscono sempre per piacermi comunque, anche se oggettivamente non sono il massimo. Non è “colpa” mia se non sono capace di parlare male delle cose, che siano sotto compenso o meno. Ti parlo di me che sono una signora nessuno, ma se questo capita a me posso immaginare che capiti anche ad altre persone! Insomma, non credo sia giusto dire che siccome una cosa è sponsorizzata allora al 90% non è sincera.

    Ok ho finito con il mio papiro! Scusami tanto per aver “rubato” questo spazio e se vuoi ne parliamo, è un argomento che mi sta molto a cuore 🙂 Grazie per averlo tirato fuori!

    1. Ciao Agnese e grazie di essere passata sul blog!

      Allora, da dove iniziare…il mio è un discorso generale, è ovvio (iniziato pubblicamente ieri su fb insieme ad altri colleghi e amici virtuali)! Ed è ovvio che ci siano tantissimi blogger preparati e che lavorano sodo e bene. Non li ho menzionati perché non avrebbe avuto senso: è un post di critica nei confronti di quello che è diventato il 90% del mondo dei blogger (si il 90%, così tanto, perché quelli che si salvano sono davvero, davvero pochi e difficili da trovare), ed inoltre molti di questi bravi blogger li seguo e quindi già sapranno che il discorso non riguarda loro!!

      Poi non dico che non ci si possa emozionare in ogni luogo, dico solo che solo perché ci si emoziona non si può titolare un post “5 motivi per” o “3 motivi per” quando magari in quel luogo ci si è stati appena una volta! In questi casi si può raccontare la propria esperienza, ma non ergersi a guida quando non si hanno le competenze e la preparazione adeguata (per conoscere un posto bisogna averlo vissuto più di mezza volta come minimo).
      Credo inoltre che bisogna scegliere un argomento in cui si è forti (una zona, una regione, uno Stato) e diventare il punto di riferimento per i lettori riguardo quel preciso argomento. Non si può parlare di tutto e bene indistintamente, ci sono per forza luoghi che ti appartengono ed altri che invece non senti tuoi ed il tipo di racconto deve cambiare necessariamente. Trovo impersonali i blog che un giorno parlano della Romagna, il giorno dopo dell’Australia, il giorno dopo ancora della Luna. In questo mondo bisogna avere carattere!!
      Il discorso sponsorizzazioni è diverso: un’azienda ti paga per parlare del proprio prodotto e vuole che se ne parli bene, non vuole la tua modesta opinione! E dal punto di vista dell’azienda è più che giusto, la mia è una critica ai blogger e/o influencer che accettano tutto quello che gli capita tra le mani! Come mai la maggior parte dei blogger pubblicizza lo stesso orologio, la stessa poltiglia vitaminica, lo stesso rossetto, lo stesso e-commerce? Perché sono davvero i migliori sulla piazza? O perché quelle sono le uniche marche che possono pagare un blogger?
      Non dico di dover parlare male delle aziende o dei loro prodotti, ma semplicemente imparare a dire di “NO” quando un prodotto non è necessario per la propria immagine o la propria attività!
      Stesso discorso per le strutture: sono contro le recensioni negative, quindi non scriverei mai un post distruttivo per una famiglia che magari con quell’attività ci campa. Ma prima di accettare un blog tour studio bene la situazione e se già in partenza sento che qualcosa non mi convince, semplicemente rifiuto! Non prendo tutto quello che mi propongono!
      Certo, così si guadagna di meno e si dovrà pur campare in qualche modo, ma a quale prezzo? Esiste un’etica e una dignità che nessuno stipendio potrà mai comprare…e se per farlo diventare il mio unico lavoro dovrò svendermi, beh preferisco farlo restare un secondo lavoro.
      Per me quindi, la maggior parte delle esperienze vendute online è fasulla!
      Poi, logicamente, ognuno fa ciò che vuole e ciò che crede opportuno, questo è solo il mio modestissimo parere!

      1. Oh che bello! Guarda sono contenta di discuterne, se vuoi ne parliamo anche in un’altra sede. Mi piace come ragioni 🙂

        Su certe cose sono d’accordo con te, come ad esempio il fatto di andare tutti a pubblicizzare lo stesso prodotto e lo stesso luogo un po’ indiscriminatamente, facendo sembrare questi luoghi/prodotti i più fighi del mondo anche se in realtà sono semplicemente quelli che pagano. Su altre cose invece non siamo d’accordo; io per esempio faccio esattamente quello che dici tu: scrivo un giorno di Australia e un giorno di Romagna. Ma non mi sento fuori luogo né impersonale perché credo di riuscire benissimo ad apprezzare posti diversissimi e lontanissimi tra loro allo stesso modo, naturalmente provando emozioni e sensazioni diverse. Ma perché non dovrei raccontare di entrambi, se entrambi mi hanno lasciato qualcosa e se secondo me hanno qualcosa da dire? E poi ad esempio, qualche anno fa ho fatto un blog tour sulla Riviera Romagnola, che è un posto in cui non andrei mai in vacanza perché mi piacciono altri tipi di viaggi. Però ho voluto provare anche per mettere alla prova il mio stile di viaggio, e l’hotel che mi ha offerto il blog tour è stata una vera sorpresa (positiva), così come le attività che abbiamo svolto. Insomma, a volte credo sia bello provare anche cose diverse o lontane dal nostro stile, altrimenti non si cresce mai. Io personalmente ho volutamente scelto di non dedicarmi a una nicchia o a una destinazione sola proprio perché per natura sono sempre portata a provare cose diverse (così come ho molti hobby diversi, mi piacciono anche destinazioni e esperienze di viaggio diverse), e quindi dedicarmi a una nicchia mi avrebbe limitato molto come blogger, come viaggiatrice e come persona.

        Insomma, tutta questa pergamena (non ho il dono della sintesi, si vede?? -.-‘) è per dire che a volte in quello che la gente fa ci può essere una motivazione di fondo, non dev’essere per forza tutto casuale come lo vediamo noi (non solo tu, anche io, perché su alcune cose la vediamo allo stesso modo). Naturalmente nel tuo blog hai parlato del tuo punto di vista e ci mancherebbe! Io ho solo provato ad apportare il mio e spero che questa discussione ti sia stata utile. A me lo è stata 🙂

        1. Assolutamente! Fa piacere anche a me confrontarmi e questo post nasce proprio da qui infatti!

          Forse non mi sono spiegata benissimo: non dico che non si può andare ogni giorno in un posto diverso, dico solo che, se lo si fa, si può solo raccontare la propria esperienza, non si può stilare una lista di cose da “fare assolutamente”, non si può creare una “mini guida” perché significherebbe prendere in giro i lettori!
          Esempio: se sono stata mezza una volta in un posto, te lo racconto così come l’ho vissuto, ma non ho l’esperienza per potertelo presentare come una Local Expert perché non lo sono, non lo posso essere, non ne ho avuto il tempo e non ne ho la competenza! E quindi bando ai titoloni acchiappa like come “cosa fare a Milano in un giorno” se a Milano ci sono stata una volta. Raccontare la mia esperienza va bene, ma spacciarmi per esperta dell’argomento proprio no (il fatto che io ci sia stata una/due volte non fa di me un’esperta).
          Questo volevo far capire nel post!
          Nel tuo caso, con la Riviera Romagnola, hai fatto proprio come intendo io: hai valutato i pro e i contro e vincevano i pro e quindi ti sei buttata! Così va benissimo, non dico di rifiutare occasioni potenzialmente costruttive e utili!
          Non va bene – sempre e solo secondo me- quando ci si butta a fare tutto senza un senso, solo perché quella meta va di moda, solo perché ci vanno tutti, solo perché al blog tour parteciperanno anche blogger famosi (ma verso i quali non si nutre stima lavorativamente parlando).

          Parlo di nicchia perché, per esempio, a me come lettrice piace leggere blog specializzati in una destinazione specifica (come per esempio Simona Sacri di http://www.simonasacri.com , ma sì, facciamolo un nome dai).
          Dedicando la maggior parte del loro tempo e dei loro viaggi a quel luogo, questi blogger creano un rapporto di fiducia con il lettore che, post dopo post, non può fare a meno di appassionarsi ai loro racconti.
          Mi fido di meno di chi viaggia qui e lì senza un piano, senza un senso, senza fidelizzare il lettore che si trova catapultato in giro per il mondo, in luoghi sì bellissimi, ma senza una logica (appunto un luogo vale un altro).
          Questo perché? Perché se un ente del turismo ti invita in Papuasia, in Irlanda o in Sicilia tu ci vai a prescindere solo perché il viaggio è gratis e solo perché magari percepisci un compenso (e per carità, è giusto guadagnare eh, questo è un lavoro vero e proprio, ma critico chi arraffa qualsiasi spicciolo pur di guadagnare a discapito di chi lavora bene, selezionando i viaggi, le collaborazioni e creando una sorta di linea editoriale coerente). Voglio andare in un posto e guadagnare, ma perché l’ho scelto io innanzitutto o perché è perfettamente in linea con i miei contenuti e si sposa benissimo con tutto il resto del mio lavoro!
          Spero di essermi spiegata meglio!!

          Mi trovi anche su FB !!!

  3. La pensiamo esattamente allo stesso modo, e anche io l’ho scritto in più di un’occasione.
    All’inizio qualcuno mi ha detto che sarebbe stato impossibile dire la verità in tutto e per tutto, soprattutto se avessi cominciato a collaborare con qualche struttura. Beh, è successo che mi hanno invitato in un ristorante romano che purtroppo non offriva piatti tradizionali fatti come si deve e, con la dovuta delicatezza, l’ho comunque fatto presente ai miei lettori e a chi mi aveva contattata. Perché essere sinceri non vuol dire né sputare nel piatto in cui hai mangiato, né che una cosa ti fa schifo per forza. Esistono le vie di mezzo, senza dover rinunciare al proprio modo di essere. Chi mi legge ha apprezzato molto e sa che se una cosa mi piace, che sia una collaborazione o meno, mi piace per davvero.
    È vero che si cresce più lentamente, ma credo che non ci sia nessuna fretta e che ci guadagno in credibilità. Vuoi mettere?

    1. Assolutamente! Concordo su tutta la linea!
      Il mondo del web si muove troppo velocemente per i miei gusti…io sono per uno stile di vita slow (sia online che offline) e questo vuol dire che prestare attenzione. Che si tratti di un luogo, di un’esperienza, di un viaggio, impariamo a prestare attenzione e a non far correre tutto così veloce!
      E udite, udite…in questo mondo, qualche volta, si può dire anche di no!
      Grazie della visita!

  4. Grazie infinite perché ho finalmente capito che non sono la sola, la sola che non sforna un post a forza, perché sono una che dice le cose per come sono, se un posto fa pena, la colazione o il blog tour fa pena lo dico!
    Per anni mi sono sentita sbagliata, perché non ragionavo in termini seo, perché più che pubblicare album di foto come fossi tornata ieri , mentre risalgono al viaggio di laurea, non postavo nulla!
    Allora forse il mondo del blog non si è definitamente perso diventando un mondo markettaro (e perdonami il termine).
    Grazie per avermi fatto ricredere su questo mondo!

    1. Ciao Elena, grazie per queste belle parole!
      Sono felice di poter far ricredere qualcuno sul mondo dei blogger (anche se blogger non mi ci sento)!
      Non sei sbagliata tu e forse non sono nemmeno sbagliati i markettari (questo non mi sento di poterlo stabilire io), ma bisogna rallentare sicuramente perché così si sta perdendo l’autenticità!
      E credimi, i risultati arriveranno. Magari più lentamente, un anno dopo rispetto al normale, ma arriveranno!
      Col tempo ho imparato a riconoscere i blogger che fanno uno storytelling reale, che raccontano un luogo perché lo conoscono davvero e non solo perché lo hanno visitato una volta, e fortunatamente hanno un bel seguito e tanto successo! Sono di nicchia e quindi meno immediati rispetto ai blog dei markettari…ma ti aprono un mondo!
      Ed io, se devo continuare, ho deciso di quale mondo voglio fare parte!
      Non ti arrendere!!

  5. Scrivo da pochissimo e scrivo del posto che amo di più, dove trascorro un paio di mesi l’anno da anni e che conosco molto bene. La voglia di scrivere mi è venuta grazie a blog come il tuo. Approcciandomi al mondo dei blogger mi è spesso stato fatto notare che della parte emotiva alla gente interessa poco, i lettori cercano informazioni utili. Quando io cerco un’informazione, la trovo, la leggo e vado avanti. Ma se resto legata ad un blog e torno a leggerlo regolarmente è solo per la parte emotiva. Quindi non posso che essere d’accordo con te, continua così!!

    1. Ciao Alessandra e benvenuta anche tu!
      E’ come dici tu, le informazioni utili ci devono essere e devono essere alla base perché tanto utili ai lettori, ma se ci si appassiona ad un blog piuttosto che a un altro è proprio per le emozioni che si trasmettono, per il proprio stile, per il proprio modo di scrivere. Si crea una sorta di legame ed il lettore torna a leggerti volentieri (io stessa leggo tantissimi blog interessanti e se ci ritorno è solo per quel qualcosa in più che emerge dal lavoro eccezionale svolto dai rispettivi blogger)!!
      Partire dai luoghi che più si amano è sempre la scelta migliore, non dare troppa retta agli altri…segui il tuo istinto!!

  6. Sorrido sempre quando ti leggo..perché sei brutalmente sincera, e mi pare quasi di sentire le tue parole, dirette, secche e precise. Sorrido perché sei cresciuta ma mai cambiata, maturata sicuramente, sai aprirti al mondo ma senza mai lasciarti influenzare..sei Melissa che piaccia o no!

    1. E niente, mi hai fatto emozionare!
      Non sai quanto mi fa piacere leggere queste parole proprio da te, l’amica di una vita che forse più di ogni altra mi conosce come le sue tasche (nel bene e nel male).
      Hai visto però?! Nel post ho ammesso di avere un carattere terribile, non ho barato!!

  7. Brava, Melissa. Bel post, che ha suscitato tanti commenti e opinioni costruttive. Sono d’accordo con te e sai bene che intendiamo il blogging, soprattutto se travel, allo stesso modo. Per cui ti dico a gran voce “bentornata” e….stay tuned!
    Abbracci

    1. Uuuuuuh quello “stay tuned” adesso non mi farà campare tranquilla, sono una super curiosa di natura e, se è quello che penso io, non vedo l’ora!!!
      Si, non mi aspettavo tanti commenti, ma mi ha fatto davvero piacere perché confrontarsi è sempre una buona cosa e probabilmente sono sulla buona strada!
      Un bacione e…io aspetto eh!!

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Melissa De Pasquale

Ho scelto una vita dalla quale non voglio scappare fatta di piccole cose, borghi e natura. Ve la racconto qui attraverso i miei itinerari slow in Italia. Seguite la mia avventura!

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